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“Tutte situazioni che conoscevamo già a cui, tuttavia, non ci sia abitua mai”.
Sprechi, diagnosi tardive, cartelle cliniche taroccate, commissariamenti, condizionamenti della ‘ndrangheta. La nuova fotografia della Sanità calabrese scattata da “Presa Diretta” il programma di inchieste di Rai3 condotto da Riccardo Iacona, e mostrata a tutta Italia in prima serata, è terribile.
“Tutte situazioni che conoscevamo già – commenta amaramente il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, a cui, tuttavia, non ci sia abitua mai. Un quadro drammatico – sottolinea – che ha messo a nudo tutte le carenze del sistema sanitario calabrese, fatto di mala gestione, spese pazze, interi reparti fantasma e medici ed operatori costretti a turni massacranti. Tutte situazioni – prosegue – che la Cisal nel corso di questi anni ha denunciato a più riprese. Un “disordine organizzato” come lo ha definito il Procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, secondo il quale “molte volte dietro a ciò c’è la ‘ndrangheta”.
Inchieste, scioglimenti, doppi e tripli pagamenti a strutture private favorite a danno di quelle pubbliche. “Presa Diretta” – rimarca il principale inquilino del sindacato di via Torino a Roma – ha ricordato a tutti cosa si vive oggi in una Calabria gestita da un presidente di Regione, Mario Oliverio, ospite in studio durante la trasmissione, per il quale i problemi della Sanità calabrese sono da rintracciare esclusivamente nella gestione commissariale. Non un parola su tutto il resto e il suo operato. Imbarazzante – sottolinea Cavallaro – per un personaggio che in diretta tv si dice pronto a “prendersi le proprie responsabilità e a sporcarsi le mani” certificando, di fatto, quanto in questi cinque anni di Governo regionale, probabilmente, non lo abbia fatto”.
Serve un cambiamento netto – conclude il Segretario generale della Cisal – la Calabria ed i calabresi non possono più aspettare. Al neo ministro alla Sanità, Roberto Speranza, l’invito ad un confronto diretto con tutte le anime sociali e sindacali per l’avvio di un nuovo corso che possa ridare dignità ad una regione che continua a pagare il conto salatissimo di gestioni politiche non all’altezza».
“Tutte situazioni che conoscevamo già a cui, tuttavia, non ci sia abitua mai”.
Sprechi, diagnosi tardive, cartelle cliniche taroccate, commissariamenti, condizionamenti della ‘ndrangheta. La nuova fotografia della Sanità calabrese scattata da “Presa Diretta” il programma di inchieste di Rai3 condotto da Riccardo Iacona, e mostrata a tutta Italia in prima serata, è terribile.
“Tutte situazioni che conoscevamo già – commenta amaramente il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, a cui, tuttavia, non ci sia abitua mai. Un quadro drammatico – sottolinea – che ha messo a nudo tutte le carenze del sistema sanitario calabrese, fatto di mala gestione, spese pazze, interi reparti fantasma e medici ed operatori costretti a turni massacranti. Tutte situazioni – prosegue – che la Cisal nel corso di questi anni ha denunciato a più riprese. Un “disordine organizzato” come lo ha definito il Procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, secondo il quale “molte volte dietro a ciò c’è la ‘ndrangheta”.
Inchieste, scioglimenti, doppi e tripli pagamenti a strutture private favorite a danno di quelle pubbliche. “Presa Diretta” – rimarca il principale inquilino del sindacato di via Torino a Roma – ha ricordato a tutti cosa si vive oggi in una Calabria gestita da un presidente di Regione, Mario Oliverio, ospite in studio durante la trasmissione, per il quale i problemi della Sanità calabrese sono da rintracciare esclusivamente nella gestione commissariale. Non un parola su tutto il resto e il suo operato. Imbarazzante – sottolinea Cavallaro – per un personaggio che in diretta tv si dice pronto a “prendersi le proprie responsabilità e a sporcarsi le mani” certificando, di fatto, quanto in questi cinque anni di Governo regionale, probabilmente, non lo abbia fatto”.
Serve un cambiamento netto – conclude il Segretario generale della Cisal – la Calabria ed i calabresi non possono più aspettare. Al neo ministro alla Sanità, Roberto Speranza, l’invito ad un confronto diretto con tutte le anime sociali e sindacali per l’avvio di un nuovo corso che possa ridare dignità ad una regione che continua a pagare il conto salatissimo di gestioni politiche non all’altezza».
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