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Care amiche e cari amici,
il nostro Paese sta, così come le altre nazioni, affrontando la gravissima situazione derivante dalla esplosione del contagio da Coronavirus. È un momento difficilissimo per tutti e vi sono ovviamente riflessi anche sulle attività sindacali e di assistenza ai cittadini, ai lavoratori ed ai pensionati. La nostra Confederazione gode della naturale e stretta collaborazione con tutte le Federazioni di categoria che, oltre a svolgere la loro attività quotidiana a tutti i livelli, operano fattivamente anche con preziosi contributi in termini di proposte ed osservazioni, e ciò è un valore fondamentale per l’azione della organizzazione, sia a livello nazionale che a livello di Unioni regionali e provinciali della Confederazione che sono attive sul territorio. Importanti elementi per tutta la organizzazione sono le strutture nazionali e territoriali del Patronato ENCAL CISAL e del CAF CISAL che, con assiduità, assicurano agli associati ed ai cittadini i loro servizi che, in questo particolare periodo, assumono ancora più rilevanza. Mi rivolgo quindi a voi che costituite la struttura complessa ed articolata di tutta la organizzazione e che quotidianamente operate anche incontrando le grosse difficoltà che la pandemia sta creando. Questo drammatico evento che sta imperversando su tutto il territorio nazionale è un evento inatteso che, oltre a colpire duramente le persone provocando morte e malattie, sta avendo gravissime conseguenze sulla economia, di cui tutti siamo consapevoli. Non c’è cosa peggiore che vivere in una condizione di incertezza per il futuro, in primo luogo per i timori per la salute dei propri cari, la propria e delle altre persone, ma anche per ciò che avverrà per tutto ciò che riguarda elementi fondamentali come il lavoro, sia dipendente che autonomo, la pensione, la qualità della vita, le prospettive per i giovani e tante altre cose. L’intero Paese, scosso da questo flagello, i lavoratori tutti, che ne sono la vera spina dorsale e senza distinzioni di sorta, sono sottoposti ad una durissima prova. In prima fila chi quotidianamente lotta contro il virus soccorrendo e curando i malati, ma anche tutti coloro che svolgono il loro compito sia con la presenza fisica nei luoghi di lavoro sia che con il lavoro a distanza. Il Paese continua ad andare avanti, così come deve essere, con molte difficoltà, ma continua ad andare avanti grazie a ciò. In un momento così difficile tutti devono fare quello che devono e che possono fare ed è ciò che quotidianamente avviene. Poi arriverà il momento nel quale bisognerà tirare una riga e, come si suol dire: fare i conti. Quando la pandemia sarà domata dal vaccino, speriamo presto, sarà sicuramente d’obbligo festeggiare, ma sarà anche il momento giusto per cominciare a mettere in piedi azioni fattive e che possano dare velocemente al Paese la forza di recuperare ed andare avanti. Dopo anni ed anni di interventi che hanno avuto il pregio di mortificare il lavoro e le pensioni sarà il momento di rivedere tutto. Le politiche di lacrime e sangue che hanno indebolito l’Italia ed hanno messo il valore del lavoro e le pensioni in fondo alla scala delle priorità devono cessare, bisogna voltare pagina. Siamo stati colpiti dalla pandemia con un Paese colmo di lavoratori anziani e di giovani disoccupati. Non è possibile sperare in una rapida ripresa ed un miglioramento generalizzato dei consumi e del benessere dei cittadini, se non muta questa situazione. Bisogna cambiare passo: una volta usciti dalla emergenza non ci saranno più alibi! E’ necessaria una profonda revisione degli schemi sinora adottati, è necessario prendere atto che gli oneri che si sono scaricati sul Paese sono spaventosi, è necessario riprendere il cammino con prospettive diverse. Introduzione di un vero salario minimo garantito, incrementi contrattuali rivedendo le politiche di contenimento delle retribuzioni adottati sinora e che diano maggiore valore al lavoro, incremento della vigilanza per combattere la piaga del lavoro nero, rinnovi contrattuali decorosi per tutti, intervento sulle pensioni cancellando il calcolo contributivo e la legge Fornero. Un vero contrasto alla evasione fiscale e non una lotteria! Un piano di assunzioni nella pubblica amministrazione che non vada solo a cercare di coprire le cessazioni dal servizio ma che la potenzi in modo adeguato, ed in primis per il settore della sanità, sperando che si sia capita la lezione. Sono queste alcune delle emergenze principali che già occorreva affrontare da tempo e che ora è vitale affrontare per ridare fiato al Paese, per far riprendere i consumi, per dare speranze ai giovani, per risollevare l’economia, per creare lavoro e per guardare avanti con maggiore serenità. La nostra Confederazione è sempre stata connotata da un profondo senso di responsabilità ed equilibrio, che si ritrova in tutti gli interventi fatti e nelle proposte che avanza. All’inizio della esplosione della pandemia, la CISAL non ha esitato a concretizzare un aiuto nei confronti della Protezione Civile mediante una donazione. Non ha mai mancato di far avere il proprio contributo in proposte durante i confronti con gli interlocutori istituzionali, e fin dove è stato possibile si è astenuta dall’avviare forme di protesta che in un qualsiasi modo potessero mettere in difficoltà lavoratori e cittadini, e se qualche azione è stata sviluppata è stata strettamente collegata alla prioritaria ed indispensabile salvaguardia della salute dei cittadini e dei lavoratori. Ma non possiamo evitare di sottolineare che ad oggi ancora non intravvediamo una concreta traccia di progetto per l’immediato futuro e ciò ci preoccupa notevolmente. Il tragico arrivo della pandemia ha messo a nudo tutti i problemi che erano latenti o che erano sottovalutati nei loro effetti. Ora non c’è più tempo per progetti che non siano incentrati su un celere e progressivo ampliamento della base occupazionale, una restituzione del potere di acquisto a pensioni e stipendi, favorendo così una rapida ripresa dei consumi quindi dei settori che sono stati colpiti drammaticamente e cercare quindi di “riassorbire” più velocemente lo shock subito dal Paese. Ciò al di là di chi chiede soldi perché sostiene di essere capace di “creare lavoro”. Su queste direttrici e su questi obiettivi proseguiamo la nostra azione, grazie alla condivisione e sostegno che quotidianamente giungono da tutta la Organizzazione alle scelte ed alle proposte che sosteniamo. Nel ringraziare tutti per la costante partecipazione e fattiva azione quotidiana e con l’auspicio di veder presto superato questo difficilissimo momento per il Paese ed il mondo intero, vi invio i miei più cordiali saluti.
Il Segretario Generale, Francesco Cavallaro

Care amiche e cari amici,
il nostro Paese sta, così come le altre nazioni, affrontando la gravissima situazione derivante dalla esplosione del contagio da Coronavirus. È un momento difficilissimo per tutti e vi sono ovviamente riflessi anche sulle attività sindacali e di assistenza ai cittadini, ai lavoratori ed ai pensionati. La nostra Confederazione gode della naturale e stretta collaborazione con tutte le Federazioni di categoria che, oltre a svolgere la loro attività quotidiana a tutti i livelli, operano fattivamente anche con preziosi contributi in termini di proposte ed osservazioni, e ciò è un valore fondamentale per l’azione della organizzazione, sia a livello nazionale che a livello di Unioni regionali e provinciali della Confederazione che sono attive sul territorio. Importanti elementi per tutta la organizzazione sono le strutture nazionali e territoriali del Patronato ENCAL CISAL e del CAF CISAL che, con assiduità, assicurano agli associati ed ai cittadini i loro servizi che, in questo particolare periodo, assumono ancora più rilevanza. Mi rivolgo quindi a voi che costituite la struttura complessa ed articolata di tutta la organizzazione e che quotidianamente operate anche incontrando le grosse difficoltà che la pandemia sta creando. Questo drammatico evento che sta imperversando su tutto il territorio nazionale è un evento inatteso che, oltre a colpire duramente le persone provocando morte e malattie, sta avendo gravissime conseguenze sulla economia, di cui tutti siamo consapevoli. Non c’è cosa peggiore che vivere in una condizione di incertezza per il futuro, in primo luogo per i timori per la salute dei propri cari, la propria e delle altre persone, ma anche per ciò che avverrà per tutto ciò che riguarda elementi fondamentali come il lavoro, sia dipendente che autonomo, la pensione, la qualità della vita, le prospettive per i giovani e tante altre cose. L’intero Paese, scosso da questo flagello, i lavoratori tutti, che ne sono la vera spina dorsale e senza distinzioni di sorta, sono sottoposti ad una durissima prova. In prima fila chi quotidianamente lotta contro il virus soccorrendo e curando i malati, ma anche tutti coloro che svolgono il loro compito sia con la presenza fisica nei luoghi di lavoro sia che con il lavoro a distanza. Il Paese continua ad andare avanti, così come deve essere, con molte difficoltà, ma continua ad andare avanti grazie a ciò. In un momento così difficile tutti devono fare quello che devono e che possono fare ed è ciò che quotidianamente avviene. Poi arriverà il momento nel quale bisognerà tirare una riga e, come si suol dire: fare i conti. Quando la pandemia sarà domata dal vaccino, speriamo presto, sarà sicuramente d’obbligo festeggiare, ma sarà anche il momento giusto per cominciare a mettere in piedi azioni fattive e che possano dare velocemente al Paese la forza di recuperare ed andare avanti. Dopo anni ed anni di interventi che hanno avuto il pregio di mortificare il lavoro e le pensioni sarà il momento di rivedere tutto. Le politiche di lacrime e sangue che hanno indebolito l’Italia ed hanno messo il valore del lavoro e le pensioni in fondo alla scala delle priorità devono cessare, bisogna voltare pagina. Siamo stati colpiti dalla pandemia con un Paese colmo di lavoratori anziani e di giovani disoccupati. Non è possibile sperare in una rapida ripresa ed un miglioramento generalizzato dei consumi e del benessere dei cittadini, se non muta questa situazione. Bisogna cambiare passo: una volta usciti dalla emergenza non ci saranno più alibi! E’ necessaria una profonda revisione degli schemi sinora adottati, è necessario prendere atto che gli oneri che si sono scaricati sul Paese sono spaventosi, è necessario riprendere il cammino con prospettive diverse. Introduzione di un vero salario minimo garantito, incrementi contrattuali rivedendo le politiche di contenimento delle retribuzioni adottati sinora e che diano maggiore valore al lavoro, incremento della vigilanza per combattere la piaga del lavoro nero, rinnovi contrattuali decorosi per tutti, intervento sulle pensioni cancellando il calcolo contributivo e la legge Fornero. Un vero contrasto alla evasione fiscale e non una lotteria! Un piano di assunzioni nella pubblica amministrazione che non vada solo a cercare di coprire le cessazioni dal servizio ma che la potenzi in modo adeguato, ed in primis per il settore della sanità, sperando che si sia capita la lezione. Sono queste alcune delle emergenze principali che già occorreva affrontare da tempo e che ora è vitale affrontare per ridare fiato al Paese, per far riprendere i consumi, per dare speranze ai giovani, per risollevare l’economia, per creare lavoro e per guardare avanti con maggiore serenità. La nostra Confederazione è sempre stata connotata da un profondo senso di responsabilità ed equilibrio, che si ritrova in tutti gli interventi fatti e nelle proposte che avanza. All’inizio della esplosione della pandemia, la CISAL non ha esitato a concretizzare un aiuto nei confronti della Protezione Civile mediante una donazione. Non ha mai mancato di far avere il proprio contributo in proposte durante i confronti con gli interlocutori istituzionali, e fin dove è stato possibile si è astenuta dall’avviare forme di protesta che in un qualsiasi modo potessero mettere in difficoltà lavoratori e cittadini, e se qualche azione è stata sviluppata è stata strettamente collegata alla prioritaria ed indispensabile salvaguardia della salute dei cittadini e dei lavoratori. Ma non possiamo evitare di sottolineare che ad oggi ancora non intravvediamo una concreta traccia di progetto per l’immediato futuro e ciò ci preoccupa notevolmente. Il tragico arrivo della pandemia ha messo a nudo tutti i problemi che erano latenti o che erano sottovalutati nei loro effetti. Ora non c’è più tempo per progetti che non siano incentrati su un celere e progressivo ampliamento della base occupazionale, una restituzione del potere di acquisto a pensioni e stipendi, favorendo così una rapida ripresa dei consumi quindi dei settori che sono stati colpiti drammaticamente e cercare quindi di “riassorbire” più velocemente lo shock subito dal Paese. Ciò al di là di chi chiede soldi perché sostiene di essere capace di “creare lavoro”. Su queste direttrici e su questi obiettivi proseguiamo la nostra azione, grazie alla condivisione e sostegno che quotidianamente giungono da tutta la Organizzazione alle scelte ed alle proposte che sosteniamo. Nel ringraziare tutti per la costante partecipazione e fattiva azione quotidiana e con l’auspicio di veder presto superato questo difficilissimo momento per il Paese ed il mondo intero, vi invio i miei più cordiali saluti.
Il Segretario Generale, Francesco Cavallaro
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