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“Un’ossessione che si ripete” – afferma Francesco Cavallaro – “si sottraggono al confronto, timorosi di dover affrontare situazioni di cui non hanno reale conoscenza”.
Ieri, alle ore 14, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, si è svolto un incontro di aggiornamento sulla vertenza Sider Alloy, l’ex Alcoa di Portovesme, in Sardegna.
Presenti, oltre al Governo, i vertici della multinazionale e i sindacati Fim Cisl, Uilm, Fim Cgil e Cisal.
I rappresentanti delle sigle sindacali cosiddette ‘più rappresentative’ hanno però rifiutato di sedersi al tavolo con i rappresentanti Cisal chiedendo un incontro separato.
“Un’ossessione che si ripete” – afferma Francesco Cavallaro, Segretario Generale Cisal – “si sottraggono al confronto, timorosi di dover affrontare situazioni di cui non hanno reale conoscenza. Non considerano la drammatica condizione che i lavoratori vivono e preferiscono sferrare inutili attacchi anziché tutelare i diritti di centinaia di persone in difficoltà.”
“L’attuale Governo – prosegue il leader della Cisal – ha preso corpo alla partita ex Alloy da poco tempo pertanto non può essere considerato strumentalmente responsabile della situazione di stallo. Ha messo in campo azioni finalizzate alla risoluzione del problema dell’alto costo dell’energia, materia prima per la produzione di alluminio. Auspichiamo, anche per il prossimo futuro, che i rappresentanti del ministero proseguano con la determinazione finora mostrata, anche rispetto alla presenza della Cisal ai tavoli di discussione”.
“Durante l’incontro, avuto poi separatamente – chiosa Cavallaro – la Cisal ha richiesto la massima attenzione da parte del Ministero verso le problematiche ancora irrisolte ritenendo assolutamente prioritario dare corso ad un completo piano industriale da parte della Sider Alloys per il riavvio della produttività dello stabilimento sardo.”
“I lavoratori – conclude – devono essere riassunti, cambiare lo status da disoccupati a dipendenti, anche previo il ricorso della cassa integrazione che diverrebbe elemento importante per scongiurare i continui appelli alla mobilità in deroga, praticamente agli sgoccioli, cui si è giunti. Questo fatto, inoltre, consentirebbe maggiore fiducia verso la riapertura della fabbrica, allontanando sospetti, che ad onor del vero, e con i più numerosi precedenti, risultano abbastanza legittimi”.
“Un’ossessione che si ripete” – afferma Francesco Cavallaro – “si sottraggono al confronto, timorosi di dover affrontare situazioni di cui non hanno reale conoscenza”.
Ieri, alle ore 14, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, si è svolto un incontro di aggiornamento sulla vertenza Sider Alloy, l’ex Alcoa di Portovesme, in Sardegna.
Presenti, oltre al Governo, i vertici della multinazionale e i sindacati Fim Cisl, Uilm, Fim Cgil e Cisal.
I rappresentanti delle sigle sindacali cosiddette ‘più rappresentative’ hanno però rifiutato di sedersi al tavolo con i rappresentanti Cisal chiedendo un incontro separato.
“Un’ossessione che si ripete” – afferma Francesco Cavallaro, Segretario Generale Cisal – “si sottraggono al confronto, timorosi di dover affrontare situazioni di cui non hanno reale conoscenza. Non considerano la drammatica condizione che i lavoratori vivono e preferiscono sferrare inutili attacchi anziché tutelare i diritti di centinaia di persone in difficoltà.”
“L’attuale Governo – prosegue il leader della Cisal – ha preso corpo alla partita ex Alloy da poco tempo pertanto non può essere considerato strumentalmente responsabile della situazione di stallo. Ha messo in campo azioni finalizzate alla risoluzione del problema dell’alto costo dell’energia, materia prima per la produzione di alluminio. Auspichiamo, anche per il prossimo futuro, che i rappresentanti del ministero proseguano con la determinazione finora mostrata, anche rispetto alla presenza della Cisal ai tavoli di discussione”.
“Durante l’incontro, avuto poi separatamente – chiosa Cavallaro – la Cisal ha richiesto la massima attenzione da parte del Ministero verso le problematiche ancora irrisolte ritenendo assolutamente prioritario dare corso ad un completo piano industriale da parte della Sider Alloys per il riavvio della produttività dello stabilimento sardo.”
“I lavoratori – conclude – devono essere riassunti, cambiare lo status da disoccupati a dipendenti, anche previo il ricorso della cassa integrazione che diverrebbe elemento importante per scongiurare i continui appelli alla mobilità in deroga, praticamente agli sgoccioli, cui si è giunti. Questo fatto, inoltre, consentirebbe maggiore fiducia verso la riapertura della fabbrica, allontanando sospetti, che ad onor del vero, e con i più numerosi precedenti, risultano abbastanza legittimi”.
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