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“Ha riaperto il dialogo tra Istituzioni e parti sociali”
“Attendiamo con ansia l’evolversi della situazione. Il Paese ha bisogno di un Governo che possa portare l’Italia ad affrontare una volta per tutte le grandi questioni nazionali ed europee”.
Così il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, a poche ore dal sì, accettato con riserva, pronunciato da Giuseppe Conte al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Così il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, a poche ore dal sì, accettato con riserva, pronunciato da Giuseppe Conte al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il Premier uscente ha chiesto tempo, verosimilmente sino a lunedì, per sciogliere la riserva e trovare la quadra per la nascita di un “Conte-bis” e del cosiddetto “esecutivo giallo-rosso”: “I colori contano poco, come le bandiere, i nomi ed i pregiudizi politici – afferma Cavallaro – a fare la differenza sono sempre stati gli uomini e Giuseppe Conte ha dimostrato, al di là di ogni dinamica interna ai partiti, di essere uomo dall’alto profilo istituzionale, coraggioso, trasparente, anche e soprattutto in questa delicata fase politica, nonché – continua Cavallaro – uomo che ha avuto il merito di riaprire i tavoli con le parti sociali e sindacali fin dalla stesura della passata manovra finanziaria.
E poi i tavoli per il rilancio del Mezzogiorno e quelli propositivi in vista della nuova legge di bilancio in cui la Cisal – rimarca Cavallaro – ha evidenziato la condivisione delle scelte adottate per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, dei disoccupati e delle fasce deboli del paese. Occasioni in cui la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori ha confermato il giudizio positivo sul reddito di cittadinanza, sulla introduzione della quota 100 e sul disegno di legge in materia di salario minimo, rispetto al quale, tuttavia, ha ribadito come tale normativa debba limitarsi a introdurre misure di salvaguardia dei livelli retributivi senza pretendere di disciplinare la diversa e ben più delicata materia della rappresentanza e della rappresentatività sindacale.
Infine, la discussione sulle questioni fiscali, in cui la Cisal – continua il Segretario Generale – ha ricordato il proprio studio sulla “contrapposizione di interessi”, con la proposta di aumentare al massimo la deducibilità fiscale di scontrini e ricevute al fine di favorire l’emersione del “nero”. E ancora le questioni aperte in materia di semplificazione della pubblica amministrazione, il pubblico impiego, i problemi legati al mancato finanziamento del rinnovo contrattuale e ai ritardi nel dare attuazione della nuova rappresentatività sindacale scaturita dalle RSU del 2018.
Un Paese, quindi, che ha bisogno di ripartire sbloccando le tante misure attese rimettendo al centro i diritti fondamentali del lavoro. Come – chiosa Cavallaro – Giuseppe Conte aveva iniziato a fare ricostruendo un vero e proficuo rapporto con la Cisal e le altre parti sociali e sindacali, spazzando via quel fenomeno di “by-pass” che negli anni ha fatto allontanare lavoratori, pensionati e cittadini di ogni estrazione sociale dalla politica”.
“Ha riaperto il dialogo tra Istituzioni e parti sociali”
“Attendiamo con ansia l’evolversi della situazione. Il Paese ha bisogno di un Governo che possa portare l’Italia ad affrontare una volta per tutte le grandi questioni nazionali ed europee”.
Così il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, a poche ore dal sì, accettato con riserva, pronunciato da Giuseppe Conte al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Così il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, a poche ore dal sì, accettato con riserva, pronunciato da Giuseppe Conte al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il Premier uscente ha chiesto tempo, verosimilmente sino a lunedì, per sciogliere la riserva e trovare la quadra per la nascita di un “Conte-bis” e del cosiddetto “esecutivo giallo-rosso”: “I colori contano poco, come le bandiere, i nomi ed i pregiudizi politici – afferma Cavallaro – a fare la differenza sono sempre stati gli uomini e Giuseppe Conte ha dimostrato, al di là di ogni dinamica interna ai partiti, di essere uomo dall’alto profilo istituzionale, coraggioso, trasparente, anche e soprattutto in questa delicata fase politica, nonché – continua Cavallaro – uomo che ha avuto il merito di riaprire i tavoli con le parti sociali e sindacali fin dalla stesura della passata manovra finanziaria.
E poi i tavoli per il rilancio del Mezzogiorno e quelli propositivi in vista della nuova legge di bilancio in cui la Cisal – rimarca Cavallaro – ha evidenziato la condivisione delle scelte adottate per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, dei disoccupati e delle fasce deboli del paese. Occasioni in cui la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori ha confermato il giudizio positivo sul reddito di cittadinanza, sulla introduzione della quota 100 e sul disegno di legge in materia di salario minimo, rispetto al quale, tuttavia, ha ribadito come tale normativa debba limitarsi a introdurre misure di salvaguardia dei livelli retributivi senza pretendere di disciplinare la diversa e ben più delicata materia della rappresentanza e della rappresentatività sindacale.
Infine, la discussione sulle questioni fiscali, in cui la Cisal – continua il Segretario Generale – ha ricordato il proprio studio sulla “contrapposizione di interessi”, con la proposta di aumentare al massimo la deducibilità fiscale di scontrini e ricevute al fine di favorire l’emersione del “nero”. E ancora le questioni aperte in materia di semplificazione della pubblica amministrazione, il pubblico impiego, i problemi legati al mancato finanziamento del rinnovo contrattuale e ai ritardi nel dare attuazione della nuova rappresentatività sindacale scaturita dalle RSU del 2018.
Un Paese, quindi, che ha bisogno di ripartire sbloccando le tante misure attese rimettendo al centro i diritti fondamentali del lavoro. Come – chiosa Cavallaro – Giuseppe Conte aveva iniziato a fare ricostruendo un vero e proficuo rapporto con la Cisal e le altre parti sociali e sindacali, spazzando via quel fenomeno di “by-pass” che negli anni ha fatto allontanare lavoratori, pensionati e cittadini di ogni estrazione sociale dalla politica”.
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