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L’analisi del Segretario Generale Mauro Mongelli dopo l’accordo raggiunto in Conferenza Unificata
«Già dal mese di Giugno il sindacato evocava la prudenza e la necessità di trasformare l’emergenza in un occasione utile a rifondare un settore nevralgico del Paese con una logica sinergica e di condivisione senza polemiche e divisioni. Per questo, la Faisa Cisal esortava per il Trasporto Pubblico Locale nuove risorse ma anche nuovi equilibri per un settore fortemente provato dalla emergenza sanitaria ed economica. Sebbene nel corso dell’emergenza siano stati previsti sostegni al settore utili a compensare in parte le perdite dei ricavi da traffico, peraltro poi parzialmente destinati al ristoro degli abbonati, ad oggi a pochi giorni dall’apertura delle scuole, da più parti si richiama l’attenzione circa l’insostenibilità del servizio a fronte di un fabbisogno immutato che si concentra in ore specifiche della giornata prevedendo misure tese ad elevare il fattore di riempimento dei mezzi di trasporto pubblico. E’ chiaro che il disagio nel periodo del lockdown e post lockdown è stato affievolito dai livelli di domanda contenuti e che inevitabilmente, invece, con l’inizio dell’anno scolastico e la ripartenza dei settori produttivi, adottando le misure indicate dai protocolli validati dal mondo scientifico, vi saranno seri problemi di sostenibilità del sistema. Non crediamo però che le misure sin ora adottate siano frutto di capricci ma di una esigenza sanitaria finalizzata a ridurre e contenere il contagio. E’ altrettanto chiaro che bisognava mettere in conto come l’aumento della frequenza del servizio, necessario a soddisfare la domanda attesa, imponesse l’utilizzo di un numero significativo di mezzi e uomini che, le stesse aziende dichiarano di non avere, tanto da suggerire misure alternative. A questo punto risulta determinante capire quanto i livelli di servizio, che verranno erogati nel prossimo servizio invernale, siano stati aumentati o modificati rispetto agli stessi servizi erogati nel 2019 e quali siano le risorse aggiuntive ad esso dedicate. L’accordo raggiunto ieri sulle linee guida nel trasporto pubblico locale nella Conferenza unificata, i cui contenuti leggiamo dalla stampa, consentirebbe un maggiore riempimento dei mezzi che porterebbe a derogare di fatto al distanziamento, così’ come sinora concepito e speriamo, contrariamente a quanto richiesto dalle AA.DD., non preveda in questa fase la sospensione del divieto di vendita e del controllo dei titoli di viaggio a bordo esponendo così il personale addetto ad alta probabilità di contagio. In tal senso, non possiamo ignorare che l’operatore addetto alla guida di un mezzo pubblico è impiegato un numero di ore ben superiore ai 15 minuti indicati ed ai viaggi brevi a cui si fa riferimento; proprio per questo il personale va protetto e maggiormente tutelato al fine di non esporlo ad un facile contagio. Crediamo che per il trasporto pubblico locale il rischio concreto è che si sia persa un’occasione per dimostrare che questa modalità di trasporto sia un emblema di sicurezza, provando ad allontanare ogni tipo di fuorviante percezione che lo considererebbe un facile mezzo di contagio ed identificandolo, quindi, come un luogo fisico sicuro e protetto anche dalle diffuse e continue intemperanze ai danni di operatori ed utenti, soprattutto quando chiedono il rispetto delle norme di sicurezza, di cui sembra interessare a pochi. In questo senso settembre sarà il mese in cui questo settore verrà realmente messo alla prova, una prova che non si potrà fallire per uscire dalla crisi sanitaria ed economica che ha colpito il Paese».

L’analisi del Segretario Generale Mauro Mongelli dopo l’accordo raggiunto in Conferenza Unificata
«Già dal mese di Giugno il sindacato evocava la prudenza e la necessità di trasformare l’emergenza in un occasione utile a rifondare un settore nevralgico del Paese con una logica sinergica e di condivisione senza polemiche e divisioni. Per questo, la Faisa Cisal esortava per il Trasporto Pubblico Locale nuove risorse ma anche nuovi equilibri per un settore fortemente provato dalla emergenza sanitaria ed economica. Sebbene nel corso dell’emergenza siano stati previsti sostegni al settore utili a compensare in parte le perdite dei ricavi da traffico, peraltro poi parzialmente destinati al ristoro degli abbonati, ad oggi a pochi giorni dall’apertura delle scuole, da più parti si richiama l’attenzione circa l’insostenibilità del servizio a fronte di un fabbisogno immutato che si concentra in ore specifiche della giornata prevedendo misure tese ad elevare il fattore di riempimento dei mezzi di trasporto pubblico. E’ chiaro che il disagio nel periodo del lockdown e post lockdown è stato affievolito dai livelli di domanda contenuti e che inevitabilmente, invece, con l’inizio dell’anno scolastico e la ripartenza dei settori produttivi, adottando le misure indicate dai protocolli validati dal mondo scientifico, vi saranno seri problemi di sostenibilità del sistema. Non crediamo però che le misure sin ora adottate siano frutto di capricci ma di una esigenza sanitaria finalizzata a ridurre e contenere il contagio. E’ altrettanto chiaro che bisognava mettere in conto come l’aumento della frequenza del servizio, necessario a soddisfare la domanda attesa, imponesse l’utilizzo di un numero significativo di mezzi e uomini che, le stesse aziende dichiarano di non avere, tanto da suggerire misure alternative. A questo punto risulta determinante capire quanto i livelli di servizio, che verranno erogati nel prossimo servizio invernale, siano stati aumentati o modificati rispetto agli stessi servizi erogati nel 2019 e quali siano le risorse aggiuntive ad esso dedicate. L’accordo raggiunto ieri sulle linee guida nel trasporto pubblico locale nella Conferenza unificata, i cui contenuti leggiamo dalla stampa, consentirebbe un maggiore riempimento dei mezzi che porterebbe a derogare di fatto al distanziamento, così’ come sinora concepito e speriamo, contrariamente a quanto richiesto dalle AA.DD., non preveda in questa fase la sospensione del divieto di vendita e del controllo dei titoli di viaggio a bordo esponendo così il personale addetto ad alta probabilità di contagio. In tal senso, non possiamo ignorare che l’operatore addetto alla guida di un mezzo pubblico è impiegato un numero di ore ben superiore ai 15 minuti indicati ed ai viaggi brevi a cui si fa riferimento; proprio per questo il personale va protetto e maggiormente tutelato al fine di non esporlo ad un facile contagio. Crediamo che per il trasporto pubblico locale il rischio concreto è che si sia persa un’occasione per dimostrare che questa modalità di trasporto sia un emblema di sicurezza, provando ad allontanare ogni tipo di fuorviante percezione che lo considererebbe un facile mezzo di contagio ed identificandolo, quindi, come un luogo fisico sicuro e protetto anche dalle diffuse e continue intemperanze ai danni di operatori ed utenti, soprattutto quando chiedono il rispetto delle norme di sicurezza, di cui sembra interessare a pochi. In questo senso settembre sarà il mese in cui questo settore verrà realmente messo alla prova, una prova che non si potrà fallire per uscire dalla crisi sanitaria ed economica che ha colpito il Paese».
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